“Il castello di Marcigliana è in una situazione amenissima, posto sopra un colle alto, coperto di alberi, dominante la via Salaria moderna e tutta la valle del Tevere alla quale sulla riva opposta fanno corona i monti di Prima Porta già Rubrae”
A. Nibby, Dintorni di Roma, 1848
La Riserva Naturale della Marcigliana comprende una serie di alture delimitate ad ovest dal corso del Tevere, a sud dal fosso della Bufalotta, a nord dal Rio del Casale che segna anche il limite del Comune di Roma. Le dolci colline che formano la tenuta sono ancora coltivate o utilizzate come pascolo, mentre i versanti delle valli sono ricoperte da vegetazione a macchia: si tratta dei residui di bosco di querce (cerro, farnia, roverella e farnetto) spesso accompagnate da aceri e olmi.
La fauna della tenuta è di estremo interesse: vi si possono trovare volpi, faine, donnole, ma anche tasso e istrice, oltre alla rara lepre italica. Di fondamentale interesse è il sistema paesistico storico delle grandi tenute (Marcigliana, Tor S. Giovanni), caratterizzate da antichi casali, spesso costruiti su nuclei di ville romane e da torri medievali che creano un continuum storico unico. In quest’area sorgeva l’antica città latina di Crustumerium con la sua imponente cinta difensiva posta a controllo di un antico percorso viario di collegamento tra l’Etruria e la Campania.
Il Castello del Duca venne costruito nel medioevo sulle rovine di una villa romana. È noto sin dall’XI sec. come proprietà dell’Abbazia di Farfa, con il nome di Marcilianus, o “Casale della Marciliana (o Marcigliana)”, nome che deriva da “fundus Marcellianus”, o “praedium Marcellianum”, perché appartenente ai Marcelli, discendenti dei Claudii, ai quali il Senato e Popolo Romano aveva dato queste terre. A partire dal XII sec. il Castello del Duca è proprietà della chiesa di Santa Maria in via Lata, per passare poi tra i possedimenti di diverse famiglie nobili: i Barberini nel 1600, i Gabrielli nel 1700, i Carpegna nel 1800, i Grazioli dalla seconda metà del 1800. In particolare tra il XVI e il XVII sec. il medioevale edificio fortificato viene trasformato secondo le esigenze delle nobili famiglie proprietarie, assumendo le caratteristiche di villa.
Ancor prima, il Castello del Duca aveva probabilmente svolto la funzione di nucleo originario e, in seguito, di acropoli dell’antica città latina di Crustumerium, la cui importanza già a partire dal IX sec. a.C., ben due secoli prima la tradizionale nascita di Roma (754 a.C.), fu in gran parte dovuta al controllo della via Salaria e al tratto di Tevere ad essa adiacente. Crustumerium perse importanza a partire dal V sec. a.C. fino alla suddivisione del suo territorio nei possedimenti agricoli corrispondenti alle ville romane che punteggiavano la campagna in età repubblicana e imperiale.
Secondo Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso il celebre “ratto delle Sabine”, coinvolse anche la città di Crustumerium. Al termine della guerra che ne scaturì, i suoi abitanti, sconfitti, furono deportati a Roma e il loro territorio, appunto, assegnato alle Tribù Crustumina (o Clustumina) e Claudia. Da allora Crustumerium non è più menzionata dalle fonti storiche, anche se proprio nel suo territorio si svolse la Battaglia di Allia (390 a.C.) che vide l’esercito romano tragicamente sconfitto dai Galli Senoni.
Dal 1989 l’area di Crustumerium è interamente sottoposta a vincolo archeologico e dal 1997, con la costituzione della Riserva Naturale della Marcigliana, anche a vincolo paesaggistico e ambientale. All’interno dell’area archeologica, gli scavi condotti negli ultimi anni dalla Soprintendenza Archeologica di Roma in collaborazione con l’Università di Groningen, hanno permesso di riportare alla luce una importante necropoli che si compone di alcune migliaia di tombe databili dal IX al VI sec. a.C.